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La svolta giovane di Marinella Alessandro, quarta generazione: «Dopo gli occhiali sostenibili, lavoriamo sul tessuto. Mai pensato solo al profitto»
Due strisce di seta, oltre cento anni di storia, 20 metri quadrati. Il sogno di Don Eugenio Marinella — creare nella sua Napoli un angolo di Inghilterra — è raccontato nel docufilm Una vetrina che guarda il mare , diretto da Massimiliano Gallo, presentato nel capoluogo partenopeo. Davanti alla vetrina dell’elegante Riviera di Chiaia gli inglesi sono stati i primi clienti ad apprezzare la cravatta classica tre pieghe, che a una sarta richiede circa 45 minuti di lavoro. La storia gloriosa della piccola bottega diventata un marchio internazionale oggi è portata avanti da Maurizio e Alessandro Marinella, che rappresentano rispettivamente la terza e la quarta generazione, con le loro visioni. E il 27enne Alessandro ha aperto l’azienda al mondo digitale assumendosi l’impegno di catturare le giovani generazioni, tanto da conquistarsi una posizione nella classifica di Forbes Italia 2020 tra i 100 top manager under 30 che «stanno dimostrando di saper guidare le loro imprese con talento e spirito di iniziativa dei leader…».
I meriti? Alessandro cita i risultati «effettivi»: «Dopo la complessità e la riduzione del fatturato del 2020, quello del 2021 — anche grazie ai nuovi progetti — è più che triplicato rispetto al 2019. Mi sono concentrato su come trovare nuove nicchie di mercato. L’e-commerce, aperto nel 2020, ottiene un 20 per cento».
Cambia tutto, ora si porta solo piacere
Immaginare un futuro per la cravatta simbolo dell’eleganza professionale, minata prima dall’arrivo negli uffici dal casual chic e ora dallo smart working, non è scontato. «Quando ci siamo affacciati al mondo online abbiamo notato che la ricerca della parola “cravatta” era in discesa dal 2017 mentre se uno cercava “cravatta Marinella” aumentava del 7% — fa notare Alessandro —. Quel che è cambiato è il modo di portarla. Non più soltanto concepita come simbolo dell’eleganza istituzionale o da ufficio, ma sempre più come accessorio di nicchia, da indossare per il piacere di farlo, al pari della camicia con i gemelli». Allo stesso modo dei bei giovanotti che cercavano di incrociare gli sguardi delle ragazze che andavano a passeggiare alla Villa Comunale, come ricorda papà Maurizio. Aveva poco più otto anni quando il nonno Eugenio lo invitò ad andare in negozio per «respirare l’aria e imparare». «Tanti anni dopo proposi a mio padre Luigi di andare a trovare i clienti fuori Napoli — ricorda nel docufilm —. E Pietro Barilla fu il primo a rispondere. Partii con la mia 850 carico di tessuti ed esperienza. Mi trovai a casa di Giulio Andreotti, dove conobbi Cossiga che decise di portare un cofanetto di cravatte Marinella come omaggio ai capi di Stato».
E ora Alessandro studia come passare falla classica striscia seta al total look: «In questo momento è fondamentale cercare di essere il più possibile sostenibili e per questo siamo stati menzionati dal ministro degli Esteri. A questo scopo sono nate le collaborazioni: gli occhiali realizzati con Tbd Eyewear sono andati sold-out, poi grazie alla partnership con l’azienda Orange Fiber abbiamo brevettato e prodotto un tessuto ricavato da agrumi; infine c’è stato anche il lavoro sul packaging bio-degradabile”.
“Come Napoli, anche Marinella è fuori da qualsiasi logica – riattacca Alessandro - . Noi non siamo mai stati legati alla produzione di massa, così come alla scalabilità dell’azienda. Quando il presidente Silvio Berlusconi in occasione del G7 ci ordinò 3 mila cravatte, noi facemmo una gara al ribasso perché sapevamo che non avremmo potuto produrre quelle quantità seguendo la nostra cura artigianale. Non abbiamo mai pensato solo ad ottimizzare i profitti”.
E a sorpresa, adesso sono i giovani a difendere il simbolo dell’eleganza maschile che gli stilisti hanno poi rilanciato anche nei completi femminili della primavera estate: sono proprio loro a preferire le cravatte più classiche, mentre il pubblico più maturo preferisce quelle più fantasiose, forse per un rigurgito di giovanilismo.
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