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A Gaggio Montano, sull’Appennino di Bologna, la multinazionale Sa.Ga. Coffe – ex Saeco ed ex Gaggia – annuncia la chiusura con delocalizzazione in Polonia della storica fabbrica felsinea che produce macchine per il caffè.
A oggi sono 222 le persone impiegate nello stabilimento, l’80% delle quali sono lavoratrici. Dallo scorso 5 novembre è iniziato un presidio permanente ai cancelli, che sta raccogliendo la solidarietà della popolazione, dei sindaci della zona e di diverse realtà solidali.
Al presidio è intervenuta anche Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil, che al sito collettiva.it ha spiegato: “si tratta di un’azienda che sta andando benissimo, ha mercato, sta producendo. Eppure la multinazionale proprietaria del marchio da un giorno all’altro decide di chiudere e di lasciare le lavoratrici e i lavoratori in mezzo a una strada. Anche nel caso di Sa.Ga. Coffee la vertenza esiste perché a tenerla in piedi sono le operaie e gli operai, in una condizione difficile e disagiata perché qui siamo in mezzo alle montagne, c’è un presidio partecipatissimo che tiene viva la lotta e chiama l’azienda, la Regione, le istituzioni a ogni livello alle proprie responsabilità.
Tutta la Fiom e tutto il sindacato sono con queste lavoratrici e con questi lavoratori. Chiudere un’azienda è il fallimento di ogni piano di ripresa e resilienza e la vera resistenza è quella che stanno mettendo in atto queste lavoratrici e questi lavoratori. La Fiom starà con loro per impedire una chiusura che non ha alcun senso e per tenere vivo un marchio nato tra queste montagne che i manager vorrebbero portare altrove. Non lo possiamo accettare”.
Il presidio a Gaggio Montano andrà avanti almeno fino al 23 novembre, quando è stato fissato un incontro con l’azienda e Regione Emilia – Romagna.
L’intervista a Primo Sacchetti, responsabile organizzativo Fiom Cgil di Emilia Romagna, che segue la vertenza Sa.Ga. Coffee. Ascolta o scarica