La Regina Elisabetta II è morta. Carlo ora è re. Finisce un'epoca, il Regno Unito piange la sovrana - FIRSTonline

2022-10-09 01:30:09 By : Mr. kai shi

Un personaggio storico di cui si parlerà nei secoli a venire. Non c’è bisogno di essere inglesi per capire che il regno di Elisabetta, la sovrana più longeva, segna e chiude un periodo storico impossibile da replicare

Un personaggio storico di cui si parlerà nei secoli a venire. Non c’è bisogno di essere inglesi per capire che il regno di Elisabetta, la sovrana più longeva, segna e chiude un periodo storico impossibile da replicare

La regina Elisabetta è morta. Carlo, principe di Cornovaglia, ora è re. L’annuncio arriva dopo che i suoi medici avevano espresso delle preoccupazioni sul suo stato di salute, tanto da chiamare tutti i componenti della famiglia reale al suo capezzale e la Bbc a interrompere la programmazione del suo primo canale per trasmettere continui aggiornamenti sulla sovrana, con tutti i giornalisti vestiti di nero. Anche se giustificato dalla sua età, la notizia della dipartita di Sua Maestà è un duro colpo per tutto il Regno Unito e non solo. Sono passati settant’anni dal giorno dell’incoronazione – la prima trasmessa in televisione –, e da quel 2 giugno la popolarità di Elisabetta II non ha fatto che aumentare. Nel suo ruolo pubblico ha vissuto in prima persona cambiamenti storici epocali, come capo della famiglia Windsor ha dovuto invece gestire una famiglia alquanto turbolenta, ma lo ha fatto per lo più senza batter ciglio e con grande aplomb. La ferma compostezza con cui è rimasta al trono per sette decenni l’ha trasformata in un mito, un personaggio storico di cui si parlerà nei secoli a venire. Eppure, in tutti questi anni, ha tenuto solo cinque discorsi alla nazione. Ma non c’è bisogno di far parte di uno dei 15 Stati del Commonwealth per capire che il regno di Elisabetta segna e chiude un periodo storico impossibile da replicare.

Ad oggi, il suo regno è il più lungo di tutta la storia britannica, avendo superato il 9 settembre 2015 il precedente record detenuto dalla sua trisavola Victoria (63 anni, 7 mesi e 2 giorni). Elisabetta II può vantare di aver festeggiato più Giubilei: nel 1977 (d’Argento), nel 2002 (d’Oro), nel 2012 (Diamante) e nel 2022 (Platino).

E pensare che non sarebbe dovuta diventare nemmeno regina. Non era lei la predestinata. È stato un grande colpo di “fortuna” a cambiare la storia e scrivere il suo futuro: quando nel 1936 suo zio, Re Edoardo VIII, abdicò per sposare la pluridivorziata americana Wallis Simpson, rinunciando alla corona in favore del fratello, Giorgio VI, suo padre. Fu alla sua improvvisa morte, avvenuta il 6 febbraio 1952 per un infarto, che Elisabetta divenne regina. Tuttavia, l’incoronazione ebbe luogo solo l’anno successivo, il 2 giugno 1953.

Amante dei cani di razza corgi (ne ha avuti più di trenta) e dei cavalli, appassionata di Agatha Christie e Dick Francis, la regina Elisabetta è stata anche un’icona di fashion nel corso degli anni, con il suo stile da sempre unico e inimitabile: tra i celebri cappottini color pastello e sfumature fluo, i sontuosi cappellini con inserti floreali, l’immancabile collana di perle, le spille utilizzate per mandare messaggi in codice, le borse a mano per comunicare con il suo staff e i preziosi gioielli che hanno reso iconico e assolutamente britannico il suo stile.

Ma la Regina Elisabetta non è solo una donna austera dallo spirito conservatore, un esempio di dedizione al proprio ruolo. Il suo spiccato senso dell’umorismo è trapelato in più di un’occasione. Indimenticabile il volo di Sua Maestà in paracadute scortata da James Bond durante la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Londra 2012. Oppure il video in cui prende un tè con l’orso Paddington – l’amato personaggio della letteratura inglese per bambini creato da Michael Bond – durante il concerto Platinum Party at the Palace.

La regina dei record, ha attraversato un secolo, vivendo numerosi cambiamenti epocali, a partire dalla progressiva trasformazione dell’impero britannico nell’attuale Commonwealth. Insieme alla decolonizzazione dell’Africa e dei Caraibi, la cessione di Hong Kong alla Repubblica popolare cinese che ha rappresentato la dissoluzione del potere ereditato dal Edoardo VII. Elisabetta II è anche stata l’ultimo capo di Stato vivente ad aver conosciuto la Seconda guerra mondiale e le fatiche della ricostruzione, dimostrando di sapersi sporcare le mani arruolarandosi nel Women’s Auxiliary Territorial Service, dove lavorava come meccanico e autista di camion. Ad aver regnato mentre Mao era presidente. Ha visto cadere il muro di Berlino, la Guerra Fredda, la Guerra nel Golfo, gli attentati dell’11 settembre. Ha vissuto la pandemia, sconfiggendo anche il virus.

Nel corso della sua lunga vita ha dato incarico a ben 15 primi ministri, da Winston Churchill alla neo premier Liz Truss. Ha incontrato 12 presidenti degli Stati Uniti, ospitato ben 112 capi di Stato. Ha conosciuto sette papi è stata erede al trono dell’impero anglo-indiano, per poi consegnarlo a Nehru e Indira Gandhi, premier dell’India indipendente. Ha girato il mondo, visitando più di 100 Paesi, è salita sul treno blu con Tito per attraversare la Yugoslavia ancora unita. In qualche modo ha raggiunto perfino la Luna: l’Apollo 11 vi ha infatti depositato un suo messaggio nel 1969.

Non tutto però è andato per il verso giusto nei 70 anni di regno della regina. Tre divorzi su quattro figli, la tragica morte della tanto amata principessa Diana (pochi giorni fa l’anniversario dei 25 anni dalla scomparsa) e le polemiche sulla scarsa empatia inizialmente dimostrata da parte di Elisabetta, fino ai tempi più recenti: le turbolente vicende legate alla Megxit, accompagnate da accuse di razzismo alla royal family, la triste scomparsa del principe Filippo di Edimburgo dopo 73 anni di matrimonio, il 9 aprile del 2021, sebbene segnato da un avvio tumultuoso fatto di continue scappatelle da parte del principe consorte, fino al coinvolgimento del principe Andrea nell’Affare Epstein. Il tutto durante una pandemia e nell’emergenza causata dal Covid-19.

“London Bridge is down” (“Il Ponte di Londra è crollato”) è il nome in codice del piano messo a punto sin dagli anni ’60 e aggiornato più volte. Si tratta a tutti gli effetti di un piano organizzato nei minimi dettagli, che coinvolge il governo, le forze armate, i media, la Chiesa d’Inghilterra, la polizia locale di Londra e dei Parchi Reali.

Ad annunciare la morte della regina, il suo segretario personale che ha contattato il Primo ministro del Regno Unito. Poi si sono susseguite una serie di chiamate a cascata per informare il segretario di gabinetto e alcuni dei ministri e funzionari più anziani.

Dopo 10 minuti dalla notizia “la Regina Elisabetta è morta”, le bandiere di Whitehall sono state abbassate a mezz’asta.

Dal giorno “la Regina Elisabetta è morta” ne seguiranno altri 10 prima che possa avvenire il funerale e la sepoltura. Queste giornate verranno denominate con la sigla D (da “day”) + 1, 2, 3 e così via. 

D-Day+1: Il giorno dopo la morte della regina, alle 10, gli alti esponenti del governo, con cravatte nere o scure, si riuniranno a St. James’ Palace per proclamare Carlo nuovo sovrano. Il Parlamento si riunirà per concordare un messaggio di cordoglio. Fino al funerale tutte le altre attività parlamentari sono sospese. Alle 15:30, il primo ministro e il gabinetto vedranno il nuovo re (ma l’incoronazione avverrà tra tre mesi e sua moglie Camilla assumerà il titolo di regina Consorte).

D-Day+2: La bara della regina tornerà a Buckingham Palace.

D-Day+3, D-Day+4 e D-Day+5: In mattinata, re Carlo riceverà la mozione di condoglianze a Westminster Hall. Nel pomeriggio intraprenderà un tour del Regno Unito, iniziando con una visita al parlamento scozzese e un servizio alla Cattedrale di St. Giles a Edimburgo. Andrà poi in Irlanda del Nord, al castello di Hillsborough, e parteciperà a una funzione nella cattedrale di St. Anne a Belfast. Nel quinto giorno si svolgerà l’Operazione Lion, la processione della bara da Buckingham Palace al Palazzo di Westminster.

D-Day+6 e D-Day+9: La regina giacerà al Palazzo di Westminster per tre giorni. La sua bara, sollevata da terra, sarà nel mezzo della Westminster Hall, che sarà aperta al pubblico per 23 ore al giorno. Il D-Day+6 avrà luogo una prova per il corteo funebre di stato. Il D-Day+7, il re Carlo si recherà in Galles per ricevere le condoglianze al parlamento gallese e partecipare a una funzione nella cattedrale di Liandaff a Cardiff.

D-Day+10: Il giorno dei funerali che si terranno presso l’Abbazia di Westminster. A mezzogiorno ci sarà un silenzio di due minuti in tutta la nazione. Le processioni si svolgeranno a Londra e Windsor. Ci sarà un servizio funebre nella Cappella di San Giorgio al Castello di Windsor dove verrà sepolta la salma.

A seguire la gallery con gli avvenimenti più importanti, o meglio quelli maggiormente impressi nella memoria collettiva, del regno della più longeva sovrana che la Gran Bretagna abbia mai avuto.

Nata a Roma nel 1991. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Scienze Economiche all’Università Roma Tre ha trascorso un periodo in Australia dove ha lavorato come manager nel settore della ristorazione. Oltre a far parte del desk del giornale, scrive per la sezione Food e di argomenti correlati al turismo. Il Nord della Sardegna è la sua seconda casa e il padel il suo passatempo preferito.

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