A Chiara film: trailer, trama, cast e anticipazioni

2022-10-09 05:07:36 By : Mr. Davis Yuen

Tutto quello che c’è da sapere su “A Chiara”, il nuovo film del regista di “A Ciambra” premiato a Cannes 2021 e in uscita il 7 ottobre con Lucky Red.

Dopo l’anteprima nella sezione Quinzaine Des Réalisateurs al Festival di Cannes 2021, dove il film è stato acclamato dalla critica internazionale e insignito del premio Europa Cinemas Label, il 7 ottobre Lucky Red porterà nei cinema d’Italia A Chiara del regista Jonas Carpignano.

La trama ufficiale: La famiglia Guerrasio si riunisce per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela. È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per se stessa.

“A Chiara” è interpretato da Carmela Fumo, Swamy Rotolo, Claudio Rotolo, Giorgia Rotolo, Grecia Rotolo, Koudous Seihon, Pio Amato, Antonio Rotolo, Vincenzo Rotolo, Antonina Fumo, Giusi D’Uscio, Patrizia Amato e Concetta Grillo.

Considera «A Chiara» come il terzo capitolo di un trittico iniziato con «Mediterranea» (2015) e proseguito con «A Ciambra» (2017)?

Certo. Sono arrivato a Gioia Tauro nel 2010. Due migranti africani erano appena stati aggrediti e quell’episodio ha segnato l’inizio di violenti scontri con gli abitanti della città, scontri che ho filmato in A Chjàna, il cortometraggio che ho realizzato prima di «Mediterranea». Nel frattempo, mi sono sistemato in città ed è lì che ho incontrato Pio e la comunità rom che ho filmato, più tardi, in «A Ciambra». All’inizio non avevo affatto in mente l’idea di fare un trittico, volevo solo filmare gli scontri razziali. Ma ben presto ho capito che volevo realizzare tre film su tre aspetti di questa città. Il primo era la comunità africana, il secondo, questa comunità rom un tempo nomade, ma divenuta completamente sedentaria e insediata a Gioia Tauro. Infine, la «Malavita», le persone coinvolte nell’economia sotterranea creata dalla mafia. Sapevo che avrei fatto questi tre film senza sapere esattamente quale forma avrebbero preso, ma ricordo di aver terminato il primo trattamento di «A Chiara» tre settimane prima di iniziare le riprese di «A Ciambra», nel 2016. Nei tre film, lei mostra Gioia Tauro come un laboratorio della globalizzazione. Penso che l’unico modo di raggiungere l’universale sia di essere precisi, intimi e locali. Questa città possiede qualcosa di molto particolare. C’è questa economia sotterranea, c’è una grande povertà ignorata dallo Stato e c’è l’arrivo in massa dei migranti. Prima del 2012, nessuno o quasi ne parlava. E io vivevo con Koudous Seihon, una persona che aveva compiuto quel viaggio. La sua realtà, la sua esperienza e quella dei suoi amici sono diventati la mia realtà. Con «A Ciambra» e «A Chiara», il processo è stato identico.

In «A Chiara», rivediamo i personaggi dei suoi precedenti lungometraggi.

Non ho mai voluto fare un unico grande film che raccogliesse i tre aspetti della vita di Gioia Tauro, i migranti, i rom e la mafia. Al contrario avevo voglia di essere il più preciso possibile, di parlare di individui e non di argomenti generici. E ovviamente, era scontato che i personaggi dei miei primi film, Ayiva di «Mediterranea», Pio e sua cugina Patatina di «A Ciambra», avrebbero fatto un’apparizione in questo nuovo film.

Come ha trovato Swamy Rotolo, che interpreta Chiara?

Ho avuto molta fortuna. Nel 2015 mentre preparavo «A Ciambra» abbiamo fatto un piccolo casting perché c’era una scena, alla scuola, che necessitava di alcuni figuranti. Swamy si è presentata con sua zia. All’epoca aveva nove, dieci anni. Avevo appena terminato la sceneggiatura di «A Chiara». La seconda volta che l’ho vista ho capito che era Chiara. Si dà il caso che io conosca molto bene sua zia, i suoi cugini, la sua famiglia. Durante tutti questi anni, l’ho vista crescere e non ho mai cambiato parere. Gioia Tauro è una città piccola e l’ho incontrata spesso, sul lungomare, che mangiava gelati con le amiche o una pizza con suo padre. Ho imparato a conoscerla meglio e ho riscritto la sceneggiatura pensando a lei nei panni della protagonista. Tutti i personaggi del film sono della sua famiglia.

A Chiara: foto e poster del film di Jonas Carpignano Guarda le altre 6 fotografie →

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