Ristorante Umberto, 105 anni. Da Caccioppoli a De Filippo - CorrieredelMezzogiorno.it

2022-10-09 03:03:00 By : Mr. Robin You

Il numero 13 porterà sfortuna nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti. Ma non certo a Napoli, dove è considerato addirittura propizio. Ed è per questo che la famiglia Di Porzio avvierà domani, 13 giugno, la settimana di festeggiamenti del centocinquesimo compleanno dello storico ristorante-pizzeria Umberto, in via Alabardieri a Chiaia. La data coincide anche con la ricorrenza di Sant’Antonio di Padova. Tredici sono, secondo la tradizione cattolica, anche i miracoli che il santo compie ogni giorno, 13 le invocazioni che i fedeli gli rivolgono appunto per ottenere l’intercessione verso il Signore, 13 ancora i pezzi di pane portati in segno di devozione al santuario di Padova e nelle altre chiese d’Italia dedicate al francescano di origine portoghese e 13, infine, i pezzi di pane spezzati in pezzetti più piccoli per ricordare l’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Il legame del pane col santo risale al miracolo della resurrezione del piccolo Tommasino, un bimbo di venti mesi annegato in una tinozza piena d’acqua riportato in vita in seguito alle preghiere della mamma che aveva promesso a Sant’Antonio di dare ai poveri ogni anno una quantità di grano corrispondente al peso del bambino. E così proprio per rinnovare la tradizione, da domani, fino al 20 giugno, gli ospiti di Umberto riceveranno in dono un pezzo di pane prodotto con il lievito madre, custodito e rinfrescato dalla casa. In cambio un piccolo contributo che sarà devoluto interamente all’associazione Pianoterra onlus per il progetto “Mille giorni”.

Il ristorante Umberto fu fondato nel 1916, nel pieno delle Prima guerra mondiale da Umberto Di Porzio, un agricoltore e allevatore di Posillipo, insieme con sua moglie Ermelinda. Nella sua storia ultracentenaria ha ospitato l’ultimo re d’Italia Umberto di Savoia, il matematico Renato Caccioppoli, il drammaturgo Eduardo De Filippo. Quest’ultimo, che da bambino abitava poco lontano, nella casa del padre Eduardo Scarpetta, ordinava la cena da Umberto durante le rappresentazioni di Natale in Casa Cupiello al teatro Sannazaro. E pare che se la consegna tardasse anche solo di qualche minuto andasse su tutte le furie.

I discendenti del fondatore Umberto, cioè i fratelli Massimo, Lorella, Roberta e Linda hanno traghettato il locale nel nuovo millennio. E ora una nuova generazione, la quarta, già preme alle porte per portare avanti la tradizione e per consolidare il blasone di uno dei locali più amati dai napoletani.

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