Mascherine fai da te: 5 idee utili e creative per cucirle - GreenStyle

2022-10-12 05:45:36 By : Mr. Chuanbiao Xu

Le mascherine fai da te hanno rappresentato per molti mesi, soprattutto all’inizio della pandemia, una soluzione veloce e pratica per difendersi dal coronavirus. Durante la prima ondata dei contagi, nella primavera del 2020, i dispositivi di protezione individuale infatti scarseggiavano. Così molti, armati di ago e filo, si sono lanciati nell’autoproduzione.

Ma quali sono le ragioni che potrebbero spingere a produrre mascherine fai da te oggi e, soprattutto, quali caratteristiche devono avere affinché siano sufficientemente sicure? Superata la prima ondata, il mercato si è ripopolato di tutte le tipologie di mascherine più idonee per ridurre il rischio di contagio: dalle classiche chirurgiche, che offrono una protezione di base, alle più sicure FPP2 e FPP3.

Eppure, produrre delle mascherine in autonomia potrebbe rappresentare ancora una risorsa utile, a seconda delle condizioni di utilizzo: basti pensare come i DPI commerciali rappresentino oggi una delle fonti primarie di inquinamento di corsi d’acqua e oceani. Di seguito, qualche informazione utile.

Vi sono molte ragioni che possono giustificare la produzione di mascherine fai da te anche quando i dispositivi di protezione individuali di produzione industriale non mancano di certo sul mercato. Innanzitutto, la prima ragione è di natura ambientale: dall’inizio della pandemia si è registrato un costante e preoccupante aumento di mascherine abbandonate nell’ambiente, in particolare in mari e oceani, con gravi rischi per gli ecosistemi.

Non solo poiché realizzate con materiali plastici come il PPE, che richiede parecchi anni prima di degradarsi, ma anche perché lacci ed elastici stanno minacciando la fauna marina: tartarughe, pesci e uccelli vi rimangono impigliati, trovando purtroppo la morte. Nell’aprile del 2021, uno studio ha rivelato come ogni mese finiscano in mare circa 129 miliardi di dispositivi ogni mese.

Ancora, per quanto i DPI commerciali vedano prezzi oggi decisamente abbordabili, riciclare tessuti e materiali presenti in casa ha indubbi vantaggi dal punto di vista economico. Ma quanto, in questo ragionamento, pesa il fattore sicurezza?

Quando si parla di mascherine fai da te, quindi realizzate con scampoli di stoffa o altri materiali, bisogna sempre prestare un occhio di riguardo alla sicurezza. Questo perché il virus muta nel tempo, evolvendo in nuove varianti anche più aggressive, che potrebbero superare la barriera fornita da tessuti casalinghi.

Mediamente indicate nella prima fase dei contagi, con il passare del tempo sembra che la semplice mascherina di stoffa abbia perso parte della sua efficacia. D’altronde, varianti del Sars-CoV, come la Beta e la Delta, hanno dimostrato di essere molto infettive e, in molti luoghi pubblici, le mascherine fai da te non vengono più accettate.

Tuttavia, possono rimanere un’alternativa accettabile per le piccole necessità quotidiane, come “mascherine di comunità” e anche per contenere raffreddori e influenze. È però importante che non vengano indossate in luoghi ad alto rischio di contagio, come quelli molto affollati, preferendo DPI più sicuri come le FPP2 e le FPP3.

Ma quale stoffa utilizzare per creare delle mascherine fai da te che assicurino una sufficiente protezione? Nella primavera del 2020, la rivista scientifica Thorax ha pubblicato uno studio sui maglie e filati più adatti a questo scopo. Dall’analisi degli scienziati, è emerso innanzitutto che:

Dai vari test, è emerso come il miglior tessuto sia il cotone con peso di 175 grammi al metro quadrato e una trama di 170, con tre strati diversi di stoffa.

Ma come cucire una mascherina fai da te, come realizzarla recuperando stoffa di riciclo? Ecco cinque modi da valutare per un risultato perfetto senza troppo sforzo, tre per le mascherine e due per gli accessori.

Realizzare una semplice mascherina fai da te, recuperando del cotone per un progetto di riciclo creativo, è decisamente semplice. Per creare un dispositivo che ricordi nelle forme la classica mascherina chirurgica, è necessario procurarsi:

Si inizia adagiando i tre scampoli di stoffa l’uno sopra l’altro, dopodiché si ripiega il cotone a soffietto, come se si stesse realizzando un improvvisato ventaglio di carta. Queste pieghe permetteranno alla mascherina di assumere una forma arrotondata e aderire meglio al viso.

Si cuciono quindi i lati più corti della mascherina, proprio per fissare le pieghe e, se necessario, si può creare un orlo anche sui due lati rimanenti. Con l’aiuto delle forbici si eliminano quindi i pezzi di stoffa in eccesso, dopodiché si fissano con due punti di cucito lacci ed elastici per adagiare la mascherina alle orecchie.

Si ricorda che, in caso non si fosse certi di dimensioni e ritagli, online è possibile trovare dime e cartamodelli per le mascherine fai da te.

Una soluzione decisamente interessante è quella di cucire una mascherina con tasca. Si tratta di un’idea per aumentare ulteriormente la sicurezza del dispositivo autoprodotto: all’interno della fessura vanno infatti inseriti degli speciali strati in PPE, che possono essere acquistati in farmacia, o addirittura una normale mascherina chirurgica.

Si parte realizzando la mascherina come visto nel paragrafo precedente: si sovrappongono quindi tre stati di cotone, si ripiegano a soffietto e, con l’aiuto di qualche punto di cucitura laterale, si fissano le pieghe.

A questo punto, bisogna realizzare la tasca. Si prende il quarto strato di stoffa e, lavorando sul lato lungo, si piegano verso l’interno circa due centimetri di bordo sia sul lato superiore che inferiore. Dopodiché, si cuce sui lati verticali per fissare la piega. Verrà così a crearsi una sacca, in cui inserire il filtro PPE. Fatto questo, l’ultimo strato può essere fissato sull’interno dei tre scampoli già realizzati.

E per chi volesse invece creare una mascherina fai da ad alta aderenza, più simile nelle forme alle FFP2? Questa soluzione è utile poiché aderisce più precisamente al volto, non lasciando spazi aperti che potrebbero favorire l’ingresso di virus nelle vie respiratorie. Ma cosa serve?

Si parte adagiando la vecchia mascherina FPP2 chiusa sulla carta da pacco, per poterne ricavare il profilo. Con una matita, si dovrà tracciare su carta la silhouette della mascherina. Si ha così un comodo cartamodello, da tagliare.

Con il cartamodello, si ritaglia quindi la stoffa, lasciando circa mezzo centimetro in più sul profilo per poter effettuare i bordi e le cuciture: si dovranno ricavare due porzioni speculari, che andranno poi unite al centro. In totale, quindi, si avranno tre strati di cotone per il lato destro e tre per il lato sinistro.

Si prosegue fissando i tre strati per lato con un bordo in cucitura, dopodiché le due porzioni andranno unite fra di loro con una cucitura di fissaggio interna, approfittando del mezzo centimetro in più lasciato in eccesso. Si aggiungono gli elastici e il dispositivo è pronto per essere usato.

Può essere anche utile preparare un copri-mascherina, da utilizzare sia per riporre il dispositivo quando non in uso, che da usare in abbinamento e copertura alle classiche mascherine chirurgiche.

In questo caso, può bastare anche un solo strato di cotone a trama stretta, poiché la protezione sarà fornita dal DPI che si indosserà sotto il copri-mascherina. Il procedimento è simile a quello della mascherina semplice visto nei precedenti paragrafi: si prende la stoffa, la si ripiega a soffietto e si fissano i lati per mantenere le pieghe.

Utile può essere usare uno scampolo di stoffa leggermente più grande, sui 35×20 centimetri, affinché si riesca a coprire facilmente la mascherina chirurgica sottostante.

Ma come fare mascherine con elastico, anche dietro alla testa? I lacci di fissaggio possono essere ricavati in più modi:

Infine, qualche suggerimento per lavare le mascherine: questi dispositivi possono essere lavati sia a mano che in lavatrice, con temperature comprese tra 60 e 40 gradi. Il ciclo di lavaggio dovrebbe essere effettuato ogni volta che la mascherina viene utilizzata.

Per l’asciugatura, se possibile è meglio esporre la stoffa direttamente al sole, per diminuire la presenza di eventuali virus e batteri grazie all’azione dei raggi solari. In alternativa, si può ricorrere all’asciugatrice oppure a un termosifone portato ad alte temperature.

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