Fibrillazione atriale, al «Miulli» di Acquaviva primo trattamento con acceleratore lineare - La Gazzetta del Mezzogiorno

2022-10-13 12:13:19 By : Ms. Sophia Li

L'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti

ACQUAVIVA DELLE FONTI - Uno studio, denominato «Star» (Linac-Based STereotactic Arrhythmia Radioablation of Atrial fibrillation) che prevede l’utilizzo dell’acceleratore lineare TrueBeam per eseguire il trattamento di radioablazione nei pazienti anziani affetti da fibrillazione atriale, è stato condotto al Miulli grazie alla stretta collaborazione tra l’Unità operativa complessa di Cardiologia (dott. Massimo Grimaldi, dott. Antonio Di Monaco) e l’Unità operativa complessa di Radioterapia (dott. Alba Fiorentino, dott. Fabiana Gregucci e dott. Ilaria Bonaparte). In questo studio sono arruolati pazienti con età superiore a 70 anni affetti da fibrillazione atriale parossistica sintomatica, per i quali il consueto trattamento antiaritmico sia inefficace o non praticabile per coesistente bradicardia o per preesistenti difetti della conduzione dell’impulso cardiaco.

«Le procedure di ablazione cardiaca nell’anziano sono ad altissimo livello di rischio», spiega Vitangelo Dattoli, direttore sanitario del Miulli, «ma l’esperienza, l’organizzazione e l’eccellenza del nostro Ente hanno consentito di rafforzare la tutela per gli anziani con particolari fragilità. Lo studio “Star” ha dunque consentito di posizionare nuovamente il Miulli a livello internazionale con una ricerca scientifica che rappresenta un grande contributo al bisogno di salute di questi pazienti». La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca più comune e si verifica nell’1-2% della popolazione generale. Questa aritmia è una condizione clinica pericolosa per la vita, perché si associa ad un aumentato rischio di ictus cerebrale e insufficienza cardiaca. La patogenesi della fibrillazione atriale è complessa, ma diversi studi hanno riportato che i focolai nell’area delle vene polmonari svolgono un ruolo critico sia nell’inizio che nel mantenimento di questa aritmia.

Le attuali linee guida europee raccomandano, nei pazienti sintomatici e refrattari alla terapia antiaritmica, l’ablazione transcatetere dei focolai, che determinano l’insorgenza della fibrillazione atriale. Tuttavia, nei pazienti in età avanzata la procedura di ablazione transcatetere è poco utilizzata per il rischio di complicanze (compreso il rischio di mortalità durante la procedura) e pertanto si opta per terapie farmacologiche antiaritmiche spesso non efficaci e/o gravate da effetti collaterali. Talvolta, pazienti non più giovani alternano periodi di ritmo particolarmente lento (bradicardia) a periodi di fibrillazione atriale in cui il ritmo è rapido ed irregolare. In quest’ultimo caso si è spesso obbligati ad impiantare un pace-maker per poter ottimizzare la terapia del paziente.

Negli ultimi anni, diversi dati in letteratura medica hanno mostrato come l’ablazione eseguita mediante radiazioni possa essere un’alternativa meno pericolosa e più efficace per i pazienti affetti da aritmie cardiache ventricolari. Proprio il Miulli, nel settembre 2019, è stato il primo centro in Italia ad eseguire una radioablazione di aritmie ventricolari (www.miulli.it/allospedale-miulli-il-primo-trattamento-in-italia-di-aritmia-ventricolare-con-radioterapia-stereotassica). Ad oggi nessun dato clinico è stato pubblicato per quanto riguarda la fibrillazione atriale

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