Si terrà domani, venerdì alle 11,30 nella basilica di San Venanzio a Camerino il funerale del dirigente scolastico Maurizio Cavallaro, 58 anni, spentosi ieri dopo un breve ricovero a Torrette di Ancona a causa del malore che lo aveva colpito lunedì notte (leggi l’articolo). Proclamato in città il lutto cittadino «disponendo l’esposizione delle bandiere a mezz’asta per l’intera giornata», si legge in una nota del Comune. Cavallaro lascia la moglie Maria Laura, i figli Alessandro, Maria, Michele, i fratelli Mario, ex senatore, Gabriella, Alberto, Marcello. La camera ardente sarà allestita oggi pomeriggio dalle 15 nel centro sociale di Vallicelle che sostituisce la chiesa di Santa Maria in Via.
A renderlo noto sui social il figlio maggiore di Cavallaro, Michele. Il giovane ha lasciato pure un intenso e toccante ricordo del genitore: «Era orgogliosissimo di noi tre qualunque cosa facessimo, qualunque piccolo traguardo raggiungessimo, noi eravamo bravissimi per lui, ma non diceva mai grazie a lui. Papà era così, era più umile di tutti noi, non ha mai detto io lo so fare. Sapeva fare un sacco di cose, ma ha sempre detto cosa posso aiutare a fare? Papà ha sempre avuto l’umiltà di chiedere scusa. Avrei voluto dirti che anche se sei 1,62 m non esiste nessuno e dico nessuno che avesse il diritto di guardarti dall’alto, perché tu sei più in alto di tutti.
Cavallaro durante uno spettacolo a scuola
Tu non sei solo il mio papà, dei miei fratelli, il marito di mamma, tu sei il maestro, il preside, lo zio, il papà di migliaia di ragazzini, ragazzi, amici, nemici, anziani. Tu sei il capo scout, eri fierissimo di me, della mia vita, anche solo per il mio ruolo da capo reparto. Guarda qui intorno quanta gente hai riunito sotto il tuo sorriso, tutte le tue partite a scacchi e dama, sotto il tuo pianoforte, sotto il tuo fazzolettone, sotto la tua cornamusa, sotto la tua scuola. Come ha detto mamma doveva andare così, ma tu l’hai fatta andare alla grande, ora sei di nuovo con il tuo papà, insieme siete nell’Olimpo di questa città, perché ne siete stati più grandi cittadini. Io da ora provo a seguire le tue orme, tengo duro per tutti i figli, fratelli che hai lasciato qui con me». Ha affidato ai social il suo ricordo il nipote Claudio: «Dopo aver rallegrato il mondo con la tua musica, farai sicuramente altrettanto nel regno dei cieli. Le tue note risuoneranno come dolci ricordi per sempre nel mio cuore, la tua infinita gioia di vivere spero mi contagi sempre. Grazie per tutto quello che hai fatto per tanti ragazzi, grazie per quello che hai fatto per noi nipoti, la stella più luminosa, più lucente del firmamento, il raggio di sole più caldo, semplicemente il mio mitico zio Maurizio».
«Camerino si stringe, con profondo affetto, alla famiglia Cavallaro colpita dalla grave perdita dell’amato Maurizio – si legge in una nota del Comune -. Lo smarrimento e il dolore dell’intera città testimoniano della grandezza e generosità dell’uomo che con la sua vitalità, le sue passioni e la sua totale disponibilità per gli altri, lascia un segno indelebile nella comunità camerte e in particolare nei tanti giovani a cui ha assicurato il suo illuminato contributo educativo. A Maurizio va il pensiero e la gratitudine dei cittadini camerinesi che lo serberanno sempre nella loro mente e nei loro cuori».
Cavallaro era un grande appassionato di musica
In queste ore centinaia centinaia di ricordi ma soprattutto canzoni dei Pooh, come hanno chiesto i figli in memoria del padre amante della musica, stanno invadendo i social. Tante le immagini di Cavallaro intento a suonare o presente a qualche evento, o all’opera come scout. Anche la direttrice della Fondazione Bocelli Laura Biancalani ha lasciato un ricordo: «C’è un proverbio africano che dice che è un villaggio che fa crescere i bambini, è una comunità che si prende cura del futuro dei bambini. Grazie Maurizio Cavallaro perché hai fatto credere da preside, da educatore, da cittadino a noi, ai genitori alle insegnanti, che non solo questo era possibile, ma era la nostra comune responsabilità prendersi cura del futuro dei bambini. Sei sempre stato con noi dal primo momento, non c’è mai mancato il tuo incoraggiamento, la tua stima e la nostra musica, sei e resti con noi».
Così lo ricorda una ex alunna di Fiastra: «Maestro Maurizio ma come ti è venuto in mente di lasciarci così, increduli, basiti sconvolti. Dimmi che è uno scherzo, che da un momento all’altro con qualche ora di ritardo, sbucherai da qualche angolo con la fisarmonica in spalla cantando chissà quale canzone. Ci troverai pronti a rispondere in coro e unirci a te nel canto. Adorato maestro non posso credere che non ti rivedrò più, che non ti sentirò più dire questa è stata una delle mie prime alunne, il mio primo incarico a Fiastra. E chi se lo dimentica, quegli anni arrivavi a scuola insieme alla chitarra e la musica faceva da sfondo ad ogni lezione. Abbiamo inventato canzoni, preparato fantastiche recite, fatto gite, feste di Carnevale, cene, balletti. Le tue cravatte stravaganti, le tue battute, credo di non averti mai visto arrabbiato, forse neanche triste, ti sarà capitato di esserlo ma un sorriso lo hai sempre donato a tutti. Se per qualcuno non bastava imbracciavi la tua chitarra e con quattro accordi sapevi coinvolgere anche i più timidi e restii. Dove sei andato maestro Maurizio, qui avevamo ancora tutti bisogno di una persona come te».
Qui assieme agli alunni mentre suona il pianoforte
Il collega insegnante Maurizio Maffezzoli così gli rende omaggio: «Caro Maurizio ti ho conosciuto a 9 anni quando ho iniziato a studiare musica proprio con te. Mi hai spronato in molte situazioni, sempre con la tua determinazione e il tuo sorriso. Ne abbiamo fatte di tutti i colori, dalla musica di ogni genere, agli scout, alla scuola, con la tua bontà d’animo ineguagliabile hai sempre visto il lato positivo di ogni persona. Sono sicuro che continuerai a fare musica con tutti gli angeli». Ecco il ricordo di un’altra alunna Serena Fronzi: «Ato, ito, uto l’acca va in aiuto, are, ere, ire l’acca va a dormire. Mi risuona ancora nelle orecchie, credo di non aver mai sbagliato l’uso di un’acca nella mia vita. Elementari e medie tra italiano e musica le materie che più mi piacevano, suonare e cantare in allegria in cerchio, Gianni Rodari e le prime pagine bianche che si riempivano di parole storie scritte da noi. Ti ricordo con immensa gioia maestro Maurizio, ma oggi qualche lacrima è scesa. Pieve Torina ti sarà sempre riconoscente».
Anche l’editore Simone Giaconi ha lasciato delle parole di cordoglio: «Porterò sempre nel cuore questo insegnamento: il verbo leggere non conosce l’imperativo. Un grande uomo di cultura della nostra comunità, insieme alla gratitudine per la fiducia che ha riposto nella nostra casa editrice, di tanti progetti portati avanti con il suo istituto scolastico a favore dei più piccoli». Anche don Mariano Ascenzo Blanchi ha ricordato Cavallaro come direttore del coro di Santa Maria in via: «Siamo pieni di tristezza, Maurizio Cavallaro impareggiabile il direttore del nostro coro parrocchiale è partito improvvisamente per il viaggio verso Dio che ha sempre rispettato come ha scritto suo figlio. Ora è tra le braccia del padre di Santa Maria in via a cantare con il coro degli angeli».
Morto il preside Maurizio Cavallaro, si era sentito male lunedì La vita di un uomo poliedrico
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