Nel 2020 in Europa le automobili elettriche e ibride vendute sono state l'11% del totale, segnando un +314% rispetto al 2019, e in Italia la percentuale è stata addirittura del 38% (anche se, rispetto al totale di automobili su strada, quelle elettriche o ibride rappresentano ancora solo l'1,5%). A luglio 2021 l'Unione Europea ha proposto un addio definitivo ai veicoli a benzina e diesel entro il 2035, segnando un ulteriore passo verso un futuro elettrico.
Nel giro di qualche anno, insomma, l'elettrico sarà probabilmente l'unica opzione che avremo al momento dell'acquisto di un'auto nuova: un articolo della BBC cerca di rispondere ai dubbi più comuni sul tema con l'aiuto di qualche esperto, per capire se siamo davvero pronti per un futuro su quattro ruote totalmente green.
Perché le automobili elettriche sono così costose? La colpa è delle batterie: oltre ad essere costoso produrle, lo è convertire le linee di produzione delle fabbriche esistenti. Non sarà così per sempre, però: secondo la società britannica dei produttori e commercianti di automobili (SMMT) il prezzo dei veicoli a combustione interna ed elettrici sarà più o meno lo stesso entro il 2030.
Bisogna anche considerare, però, che in questo caso vale il principio del "chi più spende meno spende": oltre al fatto che un pieno ci costerà meno (rincari dell'elettricità permettendo), in Italia i veicoli elettrici non pagano il bollo per i primi cinque anni, e poi pagano solo il 25% del totale (in Lombardia e Piemonte, invece, godono di un'esenzione a vita).
Ci sono abbastanza colonnine di ricarica per tutti? Al momento no: secondo il report di Motus-E, a fine 2021 in Italia erano presenti poco più di 26.000 colonnine di ricarica pubbliche. Se tutti guidassimo veicoli full electric, rimarremmo a piedi in breve tempo: «il numero attuale di colonnine non è neanche lontanamente sufficiente a soddisfare la richiesta», afferma Paul Wilcox, direttore generale di Vauxhall Motors, riferendosi ai numeri del Regno Unito (simili a quelli italiani, con 30.000 colonnine per 67 milioni di abitanti). Secondo Wilcox, però, le colonnine aumenteranno naturalmente con l'aumentare dei veicoli elettrici sulle strade.
Quanta strada posso fare? Dipende dai modelli: «attualmente una berlina totalmente elettrica ha in media un'autonomia di 300-400 chilometri», spiega Peter Rolton di Britishvolt, «ma entro la fine del decennio, l'autonomia sarà di gran lunga maggiore». Cruciale per migliorare l'autonomia dei veicoli elettrici sarà la produzione e la commercializzazione di batterie allo stato solido, più leggere e più velocemente ricaricabili di quelle al litio.
In futuro avremo tutti una macchina di proprietà? Probabilmente no. Secondo Wilcox sarà sempre più comune il leasing, un concetto ora legato soprattutto alle realtà aziendali, per cui pagheremo un fisso mensile per noleggiare la macchina a lungo termine senza doverci preoccupare di bolli e assicurazioni. Un altro settore che ci si aspetta in crescita è quello del car sharing, ovvero dei veicoli in condivisione: già diffuso nelle grandi città come Roma o Milano, è un sistema comodo per chi non deve spostarsi tutti i giorni per recarsi al lavoro ma effettua di rado piccoli spostamenti.
Davvero le auto elettriche non inquinano? Questa domanda la aggiungiamo noi, e rispondiamo che dipende da diversi fattori: innanzitutto dobbiamo pensare che per produrre le batterie al litio ci vuole, appunto, il litio, la cui estrazione costa molto all'ambiente (e alle persone, a causa dei rifiuti tossici) ma anche altri metalli come il cobalto, il manganese, il nichel, il rame, la grafite e l'alluminio, la cui richiesta sta aumentando proprio a causa della transizione all'elettrico.
Per portare l'elettricità alle colonnine di ricarica pubbliche, poi, bisogna prevedere chilometri e chilometri di cavi, e dunque tonnellate di rame, un altro metallo la cui estrazione danneggia l'ambiente e le persone.
Infine bisogna capire da dove viene l'energia elettrica che utilizziamo per ricaricare la nostra e-car: se proviene da centrali a carbone non abbiamo fatto un grande affare in termini ecologici, ma semplicemente delocalizzato a monte l'inquinamento. La transizione da motore a scoppio a motore elettrico non può dunque prescindere da un utilizzo delle energie rinnovabili e dal recupero dei metalli utilizzati nelle batterie.
Storia dell'automobile - Primi anni '20: Victoria, nome che celebra la battaglia di Vittorio Veneto (24 ottobre 1918), è una benzina importata dall'URSS dalla Agip (Azienda Generale Italiana Petroli).
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - Il catalogo di olii e benzine Agip negli anni '30.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - Fino ai primi anni '20 la viabilità era caotica e gli incidenti numerosi.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - 1932: arriva la Fiat 508 Balilla, qui in una cornice di fiori e piante in un concessionario Fiat.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - Tre tipiche pompe di benzina degli anni '30 prodotte dall'azienda milanese Bergomi: a sinistra una pompa S.A.I Petrolea, che vendeva benzina russa BAKU; al centro una pompa Agip: nella parte interna degli sportelli, in alto, ci sono il tricolore e il fascio littorio; a destra una pompa Shell. Sono tutte pompe manuali: si pompava con la leva la benzina dalla cisterna sotterranea, riempiendo i cilindri di vetro da 5 litri, poi, per gravità, il carburante dal tubo finiva nel serbatoio.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - Stazione di servizio per benzina Lampo, anni '20.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - Stazione di servizio Shell, anni '20.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - Anni '30, una foto-cartolina della piazza dove si affaccia la casa di Giovanni Verga, a Vizzini (Catania): in basso a destra si vedono due pompe di benzina.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - Milano, anni '30: stazione di servizio Esso.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Storia dell'automobile - Alle porte di Milano, l'accesso alla Milano-Laghi era regolamentato da una sorta di casello.
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Storia dell'automobile - Milano-Laghi: tunnel e sottopassaggi.
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Storia dell'automobile - Autostrade: la Napoli-Pompei.
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Storia dell'automobile - Autostrade: una Fiat 508 Balilla sulla Napoli-Pompei.
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Storia dell'automobile - Autostrade: Napoli-Pompei, l'uscita per Ercolano.
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Storia dell'automobile - Autostrade: segnaletica lungo la Napoli-Pompei.
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Storia dell'automobile - Pubblicità Shell (1928).
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Storia dell'automobile - Pubblicità Mobiloil (anni '30).
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Storia dell'automobile - Pubblicità Mobiloil per il cambio d'olio stagionale (primavera - estate 1935).
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Storia dell'automobile - Pubblicità Mobiloil per il cambio d'olio prima delle vacanze.
Foto: © Dagli archivi del Museo Fisogni
Codice Sconto Luisa Via Roma
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Albert Einstein amava la vita, la fisica e odiava le regole. Osteggiato in patria e osannato nel mondo, vinse molte battaglie personali e scientifiche. A cento anni dal Nobel, il ritratto del più grande genio del Novecento che ha rivoluzionato le leggi del tempo e dello spazio. E ancora: la storia di Beppe Fenoglio, tra scrittura e Resistenza; l'impresa di Champollion, che 200 anni fa decodificò la stele di Rosetta e svelò i segreti degli antichi Egizi; contro il dolore, la fatica, la noia: le droghe naturali più usate nel corso dei secoli.
Il sonno è indispensabile per rigenerare corpo e mente. Ma perché le nostre notti sono sempre più disturbate? E a che cosa servono i sogni? La scienza risponde. E ancora: pregi e difetti della carne, alimento la cui produzione ha un grande impatto sul Pianeta; l'inquinamento e le controindicazioni dell’energia alternativa per gli aerei; perché ballare fa bene (anche) al cervello.
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